L’addio di Paolo Maldini al Milan, squadra a cui ha dedicato più di tre decenni della sua vita tra campo e scrivania, ha fatto il giro del mondo e ha suscitato non poche polemiche. Lo storico capitano e predecessore del padre nella società rossonera, dopo aver trascorso ben 31 anni da calciatore e 4 da dirigente, è stato allontanato insieme a Fredric Massara, direttore sportivo della squadra. Il motivo? La decisione di affidarsi all’intelligenza artificiale per guidare le sorti del club nel calciomercato, una scelta audace e potenzialmente rischiosa che ha portato all’esonero dei due uomini simbolo della dirigenza milanista.
La vicenda ha dell’incredibile, e lascia perplessi sia per la scelta di esonerare una bandiera come Maldini, che per la strategia futura che si profila all’orizzonte. Al centro di tutto, Gerry Cardinale, attuale proprietario del Milan e manager sportivo americano, che ha optato per un approccio totalmente nuovo e rivoluzionario nel mondo del calcio.
Sembra quasi di assistere a un copione già scritto. L’idea alla base di questa scelta è infatti quella di “sostituire” le due figure dirigenziali con un algoritmo e i dati applicati al calciomercato, il tutto governato da Billy Beane, guru del baseball e protagonista sia di un libro che di un film, “Moneyball”, che narra la sua esperienza con la squadra di baseball Oakland Athletics all’inizio del 2001. Una squadra che aveva un budget di mercato limitato e che, grazie all’implementazione di automazione e algoritmo, è riuscita a vincere il titolo e a raggiungere l’apice del successo.
Ma il grande interrogativo è: sarà davvero possibile replicare l’esperienza di Beane nel mondo del calcio, uno sport totalmente diverso da quello del baseball? Il rischio è di imboccare una strada senza ritorno, con i tifosi e l’intero ambiente calcistico a chiedersi se questa opzione sia davvero quella giusta.
Dal canto suo, Maldini ha dimostrato fino all’ultimo il suo amore per la squadra rossonera. Prima di lasciare la società ha rivolto un appello a Cardinale: “Gerry, mi raccomando, rispetta la storia del Milan”. Una frase che suona come un monito, ma anche come un grido di dolore per un addio che ha un sapore agrodolce. Maldini e Massara, infatti, si sentivano molto sicuri della loro posizione, tanto da inviare poco più di un mese fa un articolato documento di strategia e sviluppo, un progetto triennale e sostenibile rivolto al proprietario del Milan. Un piano al quale Cardinale non ha mai risposto, forse in quanto già deciso a intraprendere una strada diversa.
La scelta di affidarsi all’intelligenza artificiale nel mondo del calcio, seppure affascinante, non è esente da perplessità. Innanzitutto, vi è la questione della perdita di umanità nella gestione di un club, dove le relazioni interpersonali e la conoscenza dei giocatori possono fare la differenza nella costruzione di una squadra vincente. Inoltre, la rapidità con cui si evolve il mercato del calcio, influenzato da molteplici fattori, rende incerto l’esito dell’applicazione di un algoritmo, elaborato magari in un contesto temporale e geografico totalmente differente.
Pertanto, la decisione del Milan di voler riscrivere il proprio futuro mettendo da parte due figure come Maldini e Massara, per abbracciare un mondo forse ancora troppo lontano da quello del pallone, rischia di condannare la società rossonera a un percorso pieno di insidie e difficoltà. I tanti tifosi del Milan, e in generale gli appassionati di calcio, non possono che sperare che questa scelta, per quanto inusuale e avanguardistica, possa portare i risultati sperati e non finire per penalizzare un club dalla storia gloriosa, che merita di tornare protagonista nel panorama calcistico internazionale.
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